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Documento Economia e Finanza, le richieste dei sindacati

Sindacato Redazione DottNet | 24/04/2024 11:58

Di Silverio (Anaao): "defiscalizzare parte dello stipendio come fatto per i privati per rendere più appetibile la professione del dipendente gravata oggi dal 43% di aliquota fiscale". Onotri (Smi): "Invertire il definanziamento pubblico alla sanità"

Parte alla Camera l'esame sul Def 2024, il Documento di economia e finanza, un tassello fondamentale anche per programmare le risorse per la sanità pubblica. "Servono le risorse per i professionisti", afferma Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Servizio sanitario nazionale. "Poi iniziamo a defiscalizzare parte dello stipendio come fatto per i privati, rendiamo più appetibile la professione del dipendente gravata oggi dal 43% di aliquota fiscale - suggerisce - Investiamo finalmente nella riorganizzazione del territorio, creiamo presidi intermedi per ridurre gli accessi al pronto soccorso e poi rendiamo gli ospedali luoghi sicuri con fondi per le infrastrutture".

"Il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2024 in discussione in Aula a Montecitorio è un documento transitorio perchè le misure concrete si discuteranno  in autunno  con la prossima  Legge di Bilancio. Ci attendavamo, invece,  scelte importanti per la sanità,  per i medici e il personale sanitario, che sono state, ulteriormente, rimandate", spiega Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI. "Sono solo evidenti i dati, riferiti anche dalla Corte dei Conti, dedicati  agli investimenti pubblici  per la sanità  nei prossimi anni, che  confermano la riduzione del rapporto fra la spesa sanitaria e Pil. Finanziamenti  che risultano essere  sia  inferiori agli anni scorsi, sia con la media europea e che mettano a serio rischio la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale", aggiunge Onotri.

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"Ci chiediamo quali  siano le risorse per attuare le riforma della medicina generale?  Il Parlamento e a conoscenza che i medici di famiglia nel nostro paese, secondo l’Annuario statistico del Servizio Sanitario Nazionale per il 2022, sono scesi ancora, da 40.250 a 39.366 unità? Intere zone d’Italia sono ormai senza medici di famiglie; se a  tutto questo si aggiunge la crisi del  sistema ospedaliero, gravato dai problemi legati ai pensionamenti, dall’aumento dei casi di fuga dal pubblico ma anche di ricerca di opportunità di lavoro all’estero, legata a condizioni economiche più vantaggiose, il quadro divento scuro", commenta Onotri.

<Se questo non bastasse si aggiunge, che, a causa delle difficoltà economiche, le famiglie decidono di limitare  le spese per la salute e rinunciano alle cure. Il fenomeno avviene molto più spesso nelle regioni del Mezzogiorno, proprio quelle dove l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è inadeguata per la conseguente insufficiente offerta pubblica di servizi sanitari. L'accesso alle cure e l'impossibilità di far fronte ai bisogni di salute con risorse proprie rischiano di compromettere la salute e la vita dei  ceti più poveri,  di peggiorare ulteriormente con l'autonomia differenziata, che sposta risorse nelle regioni più ricche>.

"Occorre, per queste ragioni, fermare il definanziamento pubblico  della sanità  per evitare  l’affossamento del SSN,  compromettendo il diritto costituzionale alla tutela della salute dei cittadini , in particolare per le classi meno abbienti e per i residenti nelle regioni del Sud. Lavoreremo, insieme a tutte le forze disponibili del Paese a una inversione di tendenza nella prossima  Legge di Bilancio per garantire il bisogno di salute a tutti i cittadini italiani ", conclude la numero uno dello Smi.

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